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Bosco di Ficuzza - Corleone
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::Bosco di Ficuzza a Corleone » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Bosco di Ficuzza - Corleone

Bosco di Ficuzza - Corleone




Trasferitosi a Ficuzza Ferdinando IV di Borbone si adoperò a costituire una delle sue più grandi riserve di caccia. Così vennero riuniti i feudi di Lupo, Ficuzza Cappelliere, costituiti i confini con muraglie in pietra e pilieri recanti la scritta "R.R.", reali riserve, imposte norme restrittive alla libera caccia. Altresì, il re dotò il bosco di una rete viaria e si adoperò alla cura dei boschi, al ripopolamento della selvaggina, facendo arrivare da fuori cinghiali, daini e cervi. Inoltre fece costruire in vari posti del bosco rifugi per i guardiacaccia, masserie e ricoveri per gli armenti, avendo costituito grossi allevamenti di bovini e di ovini. Diversi luoghi erano cari al re perché legati alle sue principali attività di svago, la caccia e la pesca.
Il "pulpito del re", un soglio ricavato in un grosso masso di arenarea dove il "comodo cacciatore" si appostava per sparare ai lepri, cinghiali e daini; la "pescheria del Gorgo del Drago", uno stagno alimentato da una sorgente perenne dove il re, durante il riposo venatorio per il ripopolamento della selvaggina, si dilettava a pescare, ospite nella adiacente casa, ormai un rudere. Tutto a Ficuzza è tenuto con cura ed interesse, fino a che il re Ferdinando vi risiede. Prima con la rivolta del 1820 e poi con il definitivo ritorno a Napoli del re Ferdinando IV, il bosco e le opere da lui realizzate subirono molti danni e distruzione. I successori non ebbero l'amore e la capacità del re Ferdinando nel continuare l'opera e la gestione dei beni, per cui si assistette via via ad un totale abbandono culminato con la fine della dinastia borbonica. Molti beni, comunque, vengono venduti a privati, mentre i tre feudi principali, Lupo, Ficuzza, Cappelliere, dichiarati inalienabili da una legge del 1871, costituiscono la foresta di Ficuzza. Inizia così l'opera di ricostruzione che dura fino all'arrivo dei conflitti bellici, a causa dei quali, soprattutto durante la seconda guerra mondiale, il bosco viene tagliato a raso per ricavarne carbone vegetale, e molte parti di esso sono date alle fiamme per strategia militare durante l'avanzamento delle truppe alleate. La superficie boscata è cosi ridotta a pochi nuclei di alberi e ovunque si notano i segni del degrado ambientale. Pian piano un'accurata ed intensa opera di rimboschimento e di risanamento forestale ha nel tempo portato il bosco di Ficuzza ad una totale ripresa, e oggi è una delle più belle ed interessanti distese di verde forestale della Sicilia.
Le sue innumerevoli peculiarità sia sotto l'aspetto naturalistico sia sotto l'aspetto storico-architettonico ne fanno una delle più ambite mete turistiche ed escursionistiche. Lo scenario che si pone davanti al turista che arriva a Ficuzza è incantevole: un nugolo di case attorno al maestoso palazzo che si erge fra il verde intenso del bosco, completato dalla cornice della rocca Busambra, imponente complesso calcareo dolomitico posto a ventaglio sul lato sud. Per la sua particolare flora, ricca di migliaia di specie e di tanti endemismi, per l'abbondante presenza di fauna sia stanziale sia migratoria, per i diversi siti storici e archeologici, l'area di Ficuzza viene dichiarata dalla legge n. 98/81 Riserva Naturale Orientata con la dizione "Bosco Ficuzza e Rocca Busambra". La riserva si presenta come un mosaico di aspetti vegetazionali naturali, seminaturali ed umano-rurali che vanno dalla macchia foresta mediterranea ai pascoli, dai rimboschimenti alle colture agricole, creando paesaggi di rara bellezza e varietà, e aspetti della biodiversità vegetale e complessità degli ecosistemi di grande valore scientifico. Ampie radure verdeggianti si aprono nelle valli ammantate di folto bosco e attraversate da piccoli torrenti, caratteristici per la loro copertura vegetale a volta che crea habitat ideali per diversi tipi di uccelli. In tutte le stagioni la visita alla riserva è gradevole ed interessante, perché si ha la possibilità di godere di stupendi panorami somiglianti a tele acquerellate, dai tenui colori primaverili alle tinte forti dell'autunno e al candido bianco della natura coperta di neve.



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